Fate qualcosa: non fate nulla!
La sveglia arriva con la luce del sole, con gli uccelli che fischiettando si lanciano con mille evoluzioni da un’acacia ad un mango.
Sfrecciano rapidi e non si scontrano mai.
Qualcuno lo riconosco, tutti gli altri sono sconosciuti.
La temperatura fuori dal letto non è proprio quella che desidereresti, ma con un piccolo sforzo ti dici: è ora.
Non capisco il perché: è ora di fare cosa?
Pensieri troppo complicati per esprimersi in minuti così difficili.
Apro la zanzariera e in un attimo scendo dal letto.
Mi butto addosso quello che ho lasciato la sera, sperando che il topo non si sia mangiato dei pezzi di camicia, che lo scoiattolo non abbia trascinato i boxer sul tetto, così, solo per gioco.
L’aria fredda in faccia sveglia le ultime parti del corpo che avevano tardato a farlo.
Accendo il bollitore per il caffè.
La spia rossa non si illumina.
Ah! Ora ricordo: sono in Malawi, la Escom, la compagnia elettrica, non è ‘tutto intorno a te’ come la Vodafone.
Oggi non si lavora, serviva il trapano, ma ci vogliono 700 watt!
Decidiamo di fare una sola cosa: non fare nulla.
Ci accorgiamo di un mondo invisibile.
Le nuvole corrono basse sopra le nostra teste, un vento proveniente dal Mozambico, le spinge verso l’equatore.
E poi?
Dove finiranno, sopra quali teste passeranno, scompariranno o si trasformeranno?
L’ozio, il far nulla, i sensi che si appropriano del mondo intorno a te senza alcuna barriera.
A pochi passi, un tratto di prato tagliato da un raggio di sole.
In mezzo piccolissime pozze d’acqua, inesistenti per noi, ma vitali per la natura che ci circonda.
E’ affollato. Quanti uccelli, quanti suoni: che vita!
Quando qualche nuvola copre il sole è un fuggi fuggi generale, tutti sugli alberi.
Appena timidamente l’ombra scompare, tutti sono a terra.
Chi ingoia qualche seme, chi ne approfitta per lavarsi le piume, chi becca il più piccolo per farsi spazio.
La mattinata vola letteralmente, via, così.
Proviamo a riconoscere qualche specie, con un binocolo e le guide.
Testa marrone, petto blu, zampe rosse.
Petto giallo, becco nero, dorso giallo e marrone.
Cordon Bleu e Canarino del Mozambico
Anche i nomi sembrano appropriati al paesaggio, fan sorridere come i proprietari che non sanno nemmeno di averne uno.
Francesca prova qualche scatto, sbaglia i tempi, troppo lenti.
Altre specie, altri nomi: Bulbul tricolor, Drogo, Wagtail african pied, Tropical Boubou, Sunbird.
Il sole è alto, pranziamo all’ombra di un mango.
Il pomeriggio non è diverso.
Più passa il tempo immersi nell’ozio, più ne beneficiano i nostri sensi.
Il far niente trasforma il solo ‘sentire’ nell’ascoltare ed il ‘guardare’ nel vedere.
Quante ricchezze ed emozioni perdiamo nel nostro instancabile correre?
A quanti dettagli, forme, immagini, soggetti rinunciamo passandovi accanto di fretta?
‘Sprecare’ il tempo è fondamentale.
Fate qualcosa: non fate nulla!