Un walking safari da soli, nel bush
La sveglia suona a vuoto alle 6 del mattino: siamo tutti pronti, non vediamo l’ora! Andrew ci spiega che cos’ è un walking safari…non è la prima volta, ma lo ascoltiamo con attenzione. Andrew è molto sintetico: ‘walking safari is not a competition. We’ll walk in line. If we see animals you’ll wait for my instruction. Question? No, ok. We go.’ Ma…Andrew, aspetta un attimo!!…non mi sono ancora organizzata….va bene, in fondo ho con me il mio sesto senso, possiamo andare! Ci allontaniamo sempre più dalla macchina. Siamo su una piana aperta, da soli, nel bush. Se è vero che c’era un paradiso allora doveva essere così, penso. Gli impala che brucano l’erba, le giraffe che camminano con quella loro apparente lentezza, le scimmie che si rincorrono sugli alberi e ne mangiano i frutti, il terreno verde e sconnesso. Riconosco tutte le impronte lasciate dagli ippopotami durante la stagione delle piogge…che meraviglia! Abbandoniamo la piana per addentrarci nel bush. Siamo soli, nel bush, penso….proprio soli, nel bush. Passiamo tra i cespugli e Andrew ha le orecchie rizzate. La guardia armata apre la strada. Seguono Andrew, due ragazzi tedeschi che si sono uniti al nostro walking, poi io, Roberta, Davide, Stefano e in coda Shukuru. Siamo silenziosi e attenti, un bel gruppo. Adoro i minuscoli particolari che ci fa notare Andrew: l’impronta di un galagone, la piuma di un gufo, i semi nascosti negli escrementi dell’elefante, le spiegazioni sulle giraffe che sono ruminanti…ci pensate che fatica? Quante conoscenze abbiamo perso! Raccolgo una piuma di guineafowls, mi soffermo un attimo a guardarla, ma Andrew mi lancia uno sguardo come per dire : ‘Andiamo, forza, non fermiamoci!’ Alcuni babbuini sugli alberi dalla loro posizione privilegiata avvisano gli animali a terra che sta arrivando qualcosa, che nei dintorni c’è qualcosa, una presenza potenzialmente pericolosa e allora anche noi utilizziamo i loro versi per capire che ci si deve muovere. Allungo il passo, mi guardo intorno… tutti questi alberi bassi attorno a noi mi mettono a disagio e in un attimo sento qualcosa: è solo uno schioccare di dita!!! Stefano che dal fondo ci chiama, punta il dito verso un cespuglio a 5 metri da lui e leggo il labiale: ‘ L-I-O-N!!!’ Lion? Cavolo, devo tornare dall’oculista…ci vedo proprio male!!!Ma insiste verso la guida indicando ancora con il dito e parlando senza voce: ‘ LION, LION , LION!!!!’ Shukuru è pietrificato, mi guarda con gli occhi del terrore, Stefano con coraggio continua a indicare un luogo che per me è troppo vicino per essere vero! Tutti si industriano per verificare la notizia, i miopi strizzano gli occhi, qualcuno usa addirittura il binocolo: è proprio così, ci sono delle leonesse! La guida armata retrocede e raggiunge il fondo del gruppo. Noi stiamo fermi aspettando istruzioni da Andrew che a dire il vero sembra un po’ interdetto. ‘Stay here’. Ok, ma io non li vedo! Qualcuno mi può dire dove sono??! Non importa, tanto ho capito: sono davanti a noi, che per me sono 10 passi, per la leonessa un balzo solamente… Qualcuno me li fa vedere, sono sotto il cespuglio, niente. Non li vedo. Non solo il mio sesto senso ha fatto cilecca, ma anche la vista lascia un po’ a desiderare… ‘Here, here!’ Andrew indica proprio di fronte a noi …no, dai, non può essere! Può essere, invece…l’ha visto anche Andrew! Ok. Che si fa? Guardo l’albero; è un po’ alto e c’è un grosso rovo davanti…ce la potrei fare nel caso in cui…ma dai, ma devo crederci? Mentre mi perdo a pensare la leonessa balza verso di noi, ruggendo. Il ruggito è talmente forte che mi sobbalza il cuore….a quel punto vedo solo la coda della leonessa che se ne va . Faccio un salto dietro ad Andrew che sorride…’Ok, is gone’. Le gambe mi tremano, ho il cuore che batte in gola. Non ci credo ancora. Abbiamo camminato a pochi metri da una leonessa, poi mi spiegano che questa era l’ultima ad andarsene di tre. Andrew mi guarda, io bevo un po’ d’acqua. A dire il vero finisco la borraccia da mezzo litro. Il walking prosegue. Non riesco a fare molta attenzione, ma ci provo. Le gambe continuano a tremare e non riesco a fare foto, ma le risate con Shukuru stemperano la tensione ‘ Yes, pressure, dead! No lion eat Francisca but pressure dead Francisca…’ Il suo inglese sgrammaticato mi fa sempre sorridere…ci capiamo, e il buon umore ritorna. Inutile provare a ricordare altro: la mattinata è stata segnata dai leoni! In effetti sulla strada del ritorno vediamo con il binocolo tre cuccioli. Sono i tre leoncini che abbiamo visto ieri sera, che piccoli! La nostra macchina è parcheggiata a pochi metri da loro; il tempo che noi impieghiamo a raggiungerla è loro sufficiente per trovare un nuovo riparo, da soli, nel bush.