6 regole per un safari in Africa sul blog di Vanity Fair
Sei un malato d’Africa? Il safari (in fuoristrada, in barca, a piedi… inteso come esplorazione della natura selvaggia e protetta) è la tua dimensione?
Vuoi visitare proprio quel parco africano? Alcune immagini sono indelebilmente entrate nel tuo sub-conscio?
Ecco alcune (spero utili;P) regole e suggerimenti per godere al meglio di un safari in un parco africano.
L’ultimo articolo di Francesca Guazzo (chi siamo) dal Blog Africa United di Vanity Fair inizia così.
E prosegue:
1. Ricorda: sei in un luogo speciale.
Sia che tu desideri avvistare un baby pangolino, un raro licaone, l’accoppiamento di due elefanti (!) o una più comune giraffa ricorda: Murphy è in agguato!
Non fissarti nel desiderio di un avvistamento, di una scena particolare, ma goditi ciò che il bush africano ha da offrirti, dai grandi ai piccoli animali, ai paesaggi, agli odori unici, ad una incredibile stellata e concentrati sulla bellezza dell’atmosfera. Sei in safari! Vedrai (e vivrai) sicuramente qualcosa di speciale.
2. Un parco nazionale non è uno zoo.
Non aspettare di avvistare tutto alla prima uscita. Non sei in uno zoo. I parchi africani sono aree spesso incredibilmente vaste, dove gli animali si camuffano al meglio e si muovono a loro piacimento!
Ricordati che le immagini dei documentari del National Geographic, sono il frutto di mesi (a volte anni!) di riprese all’interno di un parco (e spesso si utilizzano “trucchi” non accessibili come fototrappole, capanni temporanei e droni). Sarà difficile, quindi, vedere tutto, ma la pazienza viene premiata, sempre.
Comunica sempre alle guide ciò che vorresti avvistare e ascolta i loro consigli.
3. Sei in un luogo sacro.
Un parco africano, per me, è come un luogo sacro. Sei un ospite con il privilegio di vedere quella bellezza pura della natura selvaggia. Le regole sono proprio le stesse. Ricordati che l’unico suono che dovresti sentire in questo momento è il suono della natura. Ascoltala! No, non puoi solo mettere la vibrazione. Secondo me devi proprio spegnere il cellulare, se non per qualche foto-ricordo. A proposito di fotografia: hai presente quel “beep” quando metti a fuoco (o scatti) ? Può essere fastidioso. Molto fastidioso, anche per gli animali. Menu> Impostazioni > Elimina suono di scatto. Un semplice accorgimento, no?
Più silenzio significa più possibilità di avvistare e ascoltare gli animali. Mai alzare il tono di voce, nemmeno ahimè un: “WOW!” di gioia. Cioè, sottovoce sì, dai! ;-P
Quanto al cosiddetto dressing code sarebbero da evitare colori accesi come gialli, rossi, blu, bianchi, fuxia. Bene, invece, i colori neutri che meglio si camuffano con l’ambiente. “E ma i masai, allora?!” Appunto. Sei un masai?
Recupera un binocolo, anche quello del nonno…perchè no, non è la stessa cosa che guardare dal mirino della tua reflex. No. Nemmeno un luminosissimo 300 mm. ;-P
4. Almeno una volta, chiudi gli occhi.
Quando puoi, chiedi alla guida di fermarsi. Chiudi gli occhi e usa altri sensi, non solo la vista. Beh, almeno olfatto e udito. Imparerai a riconoscere l’odore di un elefante, quello di una carcassa (O.O) o quell’inconfondibile canto che fa…”goooaway“. Sì, esatto, si tratta proprio del “go away bird”!
5. Affidati ad una guida e divertiti!
Non sottovalutare il valore aggiunto di una guida, men che meno di una guida che parla la tua lingua. Rimarrai forse impantanato nel fango o nella sabbia e sì, confermo. Impantanarsi è divertente (ok, i primi 20 minuti;-P)
Ti insegnerà anche a non “umanizzare” la natura. Un leone che sbadiglia, non è un leone che ha sonno. Un impala che corre non è per forza inseguito da un predatore (lo vedresti!). Non è vero che le iene sono ermafrodite (forse questo lo sapevi!), così come non è vero che si nutrono esclusivamente di carcasse: cacciano anche. Le aquile urlatrici esistono davvero? (sì!) I documentari sono un punto di partenza per conoscere i segreti della natura africana, ma ogni specie animale ha dovuto adattarsi all’ambiente e, a seconda dei parchi, potrai trovare anche comportamenti sociali diversi.
Ascolta e chiedi, sempre! Imparerai certamente qualcosa di nuovo.
6. Prima di partire, preparati.
Dimenticavo! Stai pianificando il tuo safari da solo? Ti vuoi affidare ad uno specialista dell’Africa?
Raccogli da casa più informazioni che puoi riguardo alla visita nel parco che visiterai.
Leggi una buona guida. On line puoi provare a capire di più in base alle recensioni, ma non prendere per oro colato ciò che leggi nei forum, frequentati (generalmente) da chi ha visitato quel parco una sola volta nella vita.
Un buon modo per capire che tipo di avvistamenti possono essere fatti è curiosare tra le immagini che si trovano su Instagram o Flickr, usando l’hashtag!
Il top, comunque, resta per me quello di comunicare con chi vive sul territorio tutto l’anno e che saprà darti più informazioni, come per esempio suggerirti quante notti trascorrere e “le specialità” della stagione.
Ricorda: ogni parco è una storia a sé. Non credere a chi ti dice che nella stagione verde non si vedono animali! Secondo me vale la pena, questo almeno nei parchi più turistici, scegliere un periodo meno battuto. Per me è impagabile essere “da soli” di fronte ad una qualsiasi scena.
Non so se ti sono stata utile e se hai altre idee da aggiungere (puoi scrivermi qui sotto per dirmelo!)
Nel frattempo … dal Malawi, buon safari!
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Scritto da Francesca Guazzo
Architetto, inizia la sua vita in Africa nel 2004 con una Transafrica per raggiungere “Ilha de Mozambique”, al largo del Mozambico, che diverrà l’argomento della sua tesi. Durante quel viaggio nasce l’idea di aprire una compagnia di safari, Africawildtruck, con base a Mulanje, nel sud del Malawi, dove oggi vive e lavora, conducendo viaggi avventurosi. Appassionata fotografa e autrice di guide di viaggio su Tanzania e Mozambico, attualmente ha in progetto un carnet di viaggio sul quale compariranno i suoi disegni.