Africa Tour operator – tour operator specializzato viaggi in Africa
Africa Wild Truck è un Tour Operator locale specializzato in viaggi in Africa Africa Wild Truck è un Tour Operator locale con base in Malawi che nasce da una grande passione per i viaggi e dalle nostre numerose esperienze africane. Esperienze che dal 2005 abbiamo deciso di condividere con chiunque voglia unirsi ad una delle nostre spedizioni: saremo felici di accompagnarvi alla scoperta di questo meraviglioso continente. Africa Wild Truck […]
Vanity Fair: vuoi partire per un safari? I 7 consigli di Francesca.
Leggi questi 7 consigli di Francesca (Chi siamo) su Traveller Vanity Fair, per vivere al meglio la tua immersione nel bush africano! Ecco il link:
http://www.vanityfair.it/viaggi-traveller/viaggi-mondo/the-best/15/05/22/cose-da-sapere-per-fare-un-safari-africa
6 regole per un safari in Africa sul blog di Vanity Fair
Sei un malato d’Africa? Il safari (in fuoristrada, in barca, a piedi… inteso come esplorazione della natura selvaggia e protetta) è la tua dimensione? Vuoi visitare proprio quel parco africano? Alcune immagini sono indelebilmente entrate nel tuo sub-conscio?
Ecco alcune (spero utili;P) regole e suggerimenti per godere al meglio di un safari in un parco africano.
L’ultimo articolo di Francesca Guazzo (chi siamo) dal Blog Africa United di Vanity Fair inizia così.
E prosegue:
1. Ricorda: sei in un luogo speciale.
Sia che tu desideri avvistare un baby pangolino, un raro licaone, l’accoppiamento di due elefanti (!) o una più comune giraffa ricorda: Murphy è in agguato! Non fissarti nel desiderio di un avvistamento, di una scena particolare, ma goditi ciò che il bush africano ha da offrirti, dai grandi ai piccoli animali, ai paesaggi, agli odori unici, ad una incredibile stellata e concentrati sulla bellezza dell’atmosfera. Sei in safari! Vedrai (e vivrai) sicuramente qualcosa di speciale.
2. Un parco nazionale non è uno zoo.
Non aspettare di avvistare tutto alla prima uscita. Non sei in uno zoo. I parchi africani sono aree spesso incredibilmente vaste, dove gli animali si camuffano al meglio e si muovono a loro piacimento!
Ricordati che le immagini dei documentari del National Geographic, sono il frutto di mesi (a volte anni!) di riprese all’interno di un parco (e spesso si utilizzano “trucchi” non accessibili come fototrappole, capanni temporanei e droni). Sarà difficile, quindi, vedere tutto, ma la pazienza viene premiata, sempre.
Comunica sempre alle guide ciò che vorresti avvistare e ascolta i loro consigli.
3. Sei in un luogo sacro.
Un parco africano, per me, è come un luogo sacro. Sei un ospite con il privilegio di vedere quella bellezza pura della natura selvaggia. Le regole sono proprio le stesse. Ricordati che l’unico suono che dovresti sentire in questo momento è il suono della natura. Ascoltala! No, non puoi solo mettere la vibrazione. Secondo me devi proprio spegnere il cellulare, se non per qualche foto-ricordo. A proposito di fotografia: hai presente quel “beep” quando metti a fuoco (o scatti) ? Può essere fastidioso. Molto fastidioso, anche per gli animali. Menu> Impostazioni > Elimina suono di scatto. Un semplice accorgimento, no?
Più silenzio significa più possibilità di avvistare e ascoltare gli animali. Mai alzare il tono di voce, nemmeno ahimè un: “WOW!” di gioia. Cioè, sottovoce sì, dai! ;-P
Quanto al cosiddetto dressing code sarebbero da evitare colori accesi come gialli, rossi, blu, bianchi, fuxia. Bene, invece, i colori neutri che meglio si camuffano con l’ambiente. “E ma i masai, allora?!” Appunto. Sei un masai?
Recupera un binocolo, anche quello del nonno…perchè no, non è la stessa cosa che guardare dal mirino della tua reflex. No. Nemmeno un luminosissimo 300 mm. ;-P
4. Almeno una volta, chiudi gli occhi.
Quando puoi, chiedi alla guida di fermarsi. Chiudi gli occhi e usa altri sensi, non solo la vista. Beh, almeno olfatto e udito. Imparerai a riconoscere l’odore di un elefante, quello di una carcassa (O.O) o quell’inconfondibile canto che fa…”goooaway“. Sì, esatto, si tratta proprio del “go away bird”!
5. Affidati ad una guida e divertiti!
Non sottovalutare il valore aggiunto di una guida, men che meno di una guida che parla la tua lingua. Rimarrai forse impantanato nel fango o nella sabbia e sì, confermo. Impantanarsi è divertente (ok, i primi 20 minuti;-P)
Ti insegnerà anche a non “umanizzare” la natura. Un leone che sbadiglia, non è un leone che ha sonno. Un impala che corre non è per forza inseguito da un predatore (lo vedresti!). Non è vero che le iene sono ermafrodite (forse questo lo sapevi!), così come non è vero che si nutrono esclusivamente di carcasse: cacciano anche. Le aquile urlatrici esistono davvero? (sì!) I documentari sono un punto di partenza per conoscere i segreti della natura africana, ma ogni specie animale ha dovuto adattarsi all’ambiente e, a seconda dei parchi, potrai trovare anche comportamenti sociali diversi.
Ascolta e chiedi, sempre! Imparerai certamente qualcosa di nuovo.
6. Prima di partire, preparati.
Dimenticavo! Stai pianificando il tuo safari da solo? Ti vuoi affidare ad uno specialista dell’Africa?
Raccogli da casa più informazioni che puoi riguardo alla visita nel parco che visiterai.
Leggi una buona guida. On line puoi provare a capire di più in base alle recensioni, ma non prendere per oro colato ciò che leggi nei forum, frequentati (generalmente) da chi ha visitato quel parco una sola volta nella vita.
Un buon modo per capire che tipo di avvistamenti possono essere fatti è curiosare tra le immagini che si trovano su Instagram o Flickr, usando l’hashtag!
Il top, comunque, resta per me quello di comunicare con chi vive sul territorio tutto l’anno e che saprà darti più informazioni, come per esempio suggerirti quante notti trascorrere e “le specialità” della stagione.
Ricorda: ogni parco è una storia a sé. Non credere a chi ti dice che nella stagione verde non si vedono animali! Secondo me vale la pena, questo almeno nei parchi più turistici, scegliere un periodo meno battuto. Per me è impagabile essere “da soli” di fronte ad una qualsiasi scena.
Non so se ti sono stata utile e se hai altre idee da aggiungere (puoi scrivermi qui sotto per dirmelo!)
Nel frattempo … dal Malawi, buon safari!
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Scritto da Francesca Guazzo
Architetto, inizia la sua vita in Africa nel 2004 con una Transafrica per raggiungere “Ilha de Mozambique”, al largo del Mozambico, che diverrà l’argomento della sua tesi. Durante quel viaggio nasce l’idea di aprire una compagnia di safari, Africawildtruck, con base a Mulanje, nel sud del Malawi, dove oggi vive e lavora, conducendo viaggi avventurosi. Appassionata fotografa e autrice di guide di viaggio su Tanzania e Mozambico, attualmente ha in progetto un carnet di viaggio sul quale compariranno i suoi disegni.
Intervista a Francesca e Stefano, a cura di Anna Maspero
Intervista a Francesca Guazzo e Stefano Pesarelli
Francesca Guazzo Stefano Pesarelli © Edoaardo Agresti
Francesca Guazzo e Stefano Pesarelli, una coppia di grandi viaggiatori residenti stabili in Malawi, sono coautori delle guide Polaris di Mozambico e Tanzania con altri specialisti dei due Paesi.
INTERVISTA A FRANCESCA GUAZZO E STEFANO PESARELLI
A cura di Anna Maspero
Foto: Francesca e Stefano © Edoardo Agresti
Raccontatevi in una battuta e qualche riga…
La luna e il sole? Abbiamo spesso visioni diametralmente opposte… chi ci conosce lo sa e dice di farsi un sacco di risate. Non siamo molto bravi a parlare di noi. Siamo molto fortunati. Quasi dieci anni fa abbiamo aperto una compagnia di safari che ci dà l’opportunità di fare tanti lavori in uno e quello di guide forse è il più entusiasmante. Abbiamo l’opportunità di condividere tutto questo e ciò è ancora più speciale. Certo, una fortuna che abbiamo ricercato negli anni. Nulla accade per caso.
Un buon motivo per viaggiare.
Perché non abbiamo trovato ancora motivi per NON viaggiare? È una battuta, ma chissà, forse contiene un fondo di verità. I motivi sono tanti, il primo che mi viene in mente è il desiderio, il desiderio di scoperta che abbiamo insito in noi è la spinta. Scoperta del mondo, di sé, delle persone importanti, delle cose importanti. Viaggiare è un esercizio. A nostro parere va allenato..
Foto: M’siro. La maschera di bellea moambicana di origini orientali © Guazzo/Pesarelli
M’siro. La maschera di bellea moambicana di origini orientali © Guazzo/PesarelliIl vostro mondo: quali sono i vostri luoghi dell’anima?
Bella domanda. Sicuramente ci sono luoghi in cui esce fuori il nostro “io”, in cui ci ritroviamo. Uno di questi è sicuramente la casa, uno dei bisogni primari dell’uomo e la casa per noi è anche il truck: è strana l’idea di una casa viaggiante, perché in viaggio ti senti a casa.
Altri sono luoghi fisici come Ilha de Moçambique, una piccola isola nel nord del Mozambico, luogo su cui ho scritto la mia tesi di laurea. Rappresenta l’arrivo, la meta della nostra transafrica, la fine di quel viaggio, ma l’inizio di tutta l’avventura di AfricaWildTruck, la compagnia di safari che abbiamo fondato nel 2005. È quando mi allontano che ritrovo i luoghi dell’anima, perché è con la lontananza e il distacco che ci si accorge di alcuni dettagli. Uno di questi sono i rumori della notte africana. I rumori del mondo selvaggio, questi gufi, gli allocchi e le iene in lontananza, anche a pochi chilometri dalle città. Oppure i canti notturni di qualche festa nei villaggi, perché no, le musiche delle discoteche o il passo silenzioso e felpato degli elefanti o sentire la pioggia che arriva, rapida.
Foto: Il mercato coperto a Chimoio, nel cuore del Mozambico © Guazzo/Pesarelli
Il mercato coperto a Chimoio, nel cuore del Mozambico © Guazzo/Pesarelli
Il vostro modo di viaggiare: mezzi, tempi, compagni…
Abbiamo viaggiato con un po’ tutti i mezzi a disposizione. Dai mezzi pubblici, ai pick up pieni di katundu (in chichewa “bagagli”) tra cavoli e galline, alle bici-taxi, al dhow, al treno, alle… gambe.
Sempre un’esperienza. Siamo poi approdati al truck, un mezzo che abbiamo cercato e desiderato e che per alcuni lati offre molti vantaggi. L’essere un potente 4×4 ci dà la possibilità di viaggiare anche nella stagione delle piogge o su terreni impervi, poi c’è la compagnia, lo scambio di idee, la condivisione… e in termini di consumi, essere in piccoli gruppi fa sì che si possono abbassare le emissioni che altrimenti sarebbero di due o tre veicoli… poi… si può godere di un punto di vista dall’alto.
Non nascondo che ci piacerebbe sempre più promuovere mezzi più “a misura d’uomo”. In bicicletta, a piedi, in treno. Sono le dimensioni dell’Africa e di gran parte del mondo se ci pensiamo. Spesso mezzi che
Continua sul sito della casa editrice Polaris
Liwonde national park. Must see n. 1!
L’ultimo contributo di Francesca su Africa United Vanity Fair
Durante questi anni, dopo aver pronunciato la parola magica “Malawi”, ho iniziato a raccogliere una serie di commenti…
“E’ dove ci sono le Ande, giusto?”.
“Sì, lo so dov’è, è vicino al Mali!”.
Qualcuno mi ha anche detto: “C’ è stato mio cugino, sai, sull’Hi-ma-laya i trekking non sono per tutti!”.
Evidentemente pochi sanno esattamente DOVE il Malawi sia e trovo la cosa incredibilmente esaltante; più volte ho persino trovato cartine dell’Africa che lo omettevano direttamente. Nel dubbio, si sa, meglio non esporsi….
continua
Tiscali viaggi: silenzio, parla la montagna! Social News di Francesca Guazzo.
Sud, sud, sud. Bisogna quasi raggiungere il confine con il Mozambico per incontrare la montagna magica di Mulanje, in Malawi. Magica perchè le leggende e i miti che la avvolgono si nutrono di spiriti che si ascoltano solo se c’è silenzio. C’è lo spirito del vento, creatore delle tempeste che abita nella foresta, nel tronco degli alberi più anziani. Sembra un’immagine descritta in un libro fantasy, magari immaginata ne il Signore degli anelli . Già, indovinato! L’autore del libro, J.R.R. Tolkien, pare abbia trascorso un lungo periodo in queste zone prima dell’inizio della stesura di The Hobbit.
… continua su Tiscali Viaggi, Social News Francesca Guazzo
LatitudeMag: da Maputo a Pemba, Mozambico
Curiosando l’ultimo numero di LatitudeMag South Africa, troverete da pagina 26 un articolo con le foto di Francesca …magari una buona idea per alcune suggestioni di viaggio, ispirazione per un nuovo percorso tra Maputo e Pemba, magari partendo da Blantyre?
E chissà che non si possa viaggiare insieme!
http://issuu.com/latitudemagsa/docs/latitude_issue_3_web/35
Intervista Francesca Guazzo: qualcosa in più su di noi…
Africa, una parola vasta come un continente. Doveva essere solo un viaggio e invece è diventata la loro vita. Nel 2004, Stefano Pesarelli e la sua compagna Francesca Guazzo organizzano una trans-Africa in solitaria della durata di quattro mesi, percorrendo a bordo di una vecchia Fiat Campagnola 23 mila chilometri da Torino al Mozambico, attraverso i deserti di Libia, Egitto e Sudan fino agli altipiani dell’Etiopia, verso il Kenya e la Tanzania. «Sembra passato tanto tempo, perché sono cambiate le modalità del viaggio», ricorda Francesca. «Nonostante ci fosse il Gps, non eravamo così attrezzati perché le mappe dell’Africa erano poche e costosissime. Allora, c’era la cartina»
Leggi tutta l’intervista a Francesca su Luomoconlavaligia, di Paola Rinaldi.